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Boldini dal disegno al dipinto
Mostra al Castello Estense
Boldini dal disegno al dipinto
Attorno alla Contessa di Leusse
CASTELLO ESTENSE (Sala dei Comuni) - Dal 10 febbraio al 6 giugno 2021
CHIUSURA TEMPORANEA FINO A NUOVE DISPOSIZIONI
Aperta dal lunedì al venerdì: 10.00-18.00
La città di Ferrara e l’Italia celebrano quest’anno il novantesimo anno dalla morte di Giovanni Boldini(Ferrara, 1842 – Parigi, 1931). Per sottolineare questa ricorrenza la Fondazione Ferrara Arte, in accordo con il Comune di Ferrara, ha deciso di promuovere una serie di iniziative dedicate al pittore.
Contestualmente, a Ferrara si è deciso di allestire nella Sala dei Comuni del Castello Estense una piccola ma preziosa esposizione dedicata al tema della genesi del ritratto femminile, dal disegno al dipinto. Il percorso è costruito attorno a un’opera depositata da un collezionista presso le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara: la tela che ritrae la contessa de
Leusse (1889 circa), realizzata quando Boldini risiedeva stabilmente nella capitale francese, dove, già da alcuni anni, si era affermato come ritrattista mondano, ricercatissimo da una facoltosa clientela internazionale.
Nella sua nutrita galleria di nobildonne s’incontra, più di una volta, l’aristocratica parigina Suzanne de Berthier, moglie del visconte Georges de Leusse, che nel dipinto in mostra è raffigurata di profilo, accomodata di traverso su una sedia e con un ventaglio chiuso tra le mani, mentre osserva qualcosa o qualcuno fuori dal campo pittorico: un’impaginazione che oltre a
mettere in risalto gli aggraziati lineamenti della giovane conferisce all’immagine una spiccata naturalezza.
Accanto a questo “ospite” illustre vengono presentati sedici disegni della raccolta del Museo ferrarese, alcuni mai esposti: studi di donne a figura intera e di singoli volti femminili che documentano il rapporto iperattivo dell’artista con la realtà circostante nonché la sua prontezza nel registrare pose e attitudini che gli sarebbero poi servite per conferire vitalità e dinamismo alle protagoniste dei suoi dipinti, contraddistinti da quella peculiare scrittura rapidissima e insieme controllata che rende inconfondibile il suo stile.
Completano il percorso due olii degli anni maturi (Nudino scattante, 1910; La contessa Saffo Zuccoli, 1927-28), un autoritratto all’acquerello, due incisioni – convocate per documentare un altro aspetto, non trascurabile, della produzione di Boldini – e lo straordinario ritratto dell’artista in bronzo eseguito da Vincenzo Gemito.